Una volta considerato un frutto per la regalità, il melograno oggi è una deliziosa aggiunta al frutteto o al giardino di casa. Tutto ciò, grazie anche ai suoi bellissimi fiori appariscenti della tonalità rosso-arancio che diventano poi dei succosi e gustosi frutti (anche decorativi) in autunno. A tale proposito, ecco una guida completa sulla coltivazione del melograno.
Le caratteristiche della pianta di melograno
Il melograno è un arbusto che si presenta dall’aspetto pulito e arrotondato, e che può crescere dai 6 fino ai 9 metri di altezza anche se lo standard è di 4 circa. Inoltre è importante sottolineare che ci sono delle varietà inferiori a quest’ultima misura e che vengono catalogate come specie di melograno nano. Premesso ciò, va altresì aggiunto che l’arbusto in oggetto di solito è di tipo deciduo, ma in alcune aree di coltivazione le foglie persistono anche sull’albero. Il tronco invece è coperto da una corteccia della tonalità rosso-marrone che successivamente tende a diventare grigiastra. Per quanto riguarda i rami invece va aggiunto che sono decisamente rigidi, angolari e spesso anche spinosi. I melograni tra l’altro sono molto longevi, e ciò è dimostrato dal fatto che in molte zone dell’Europa ci sono alcuni esemplari di cui si stima che abbiano più di 200 anni. Tuttavia è importante sottolineare che dal punto di vista della fruttificazione un melograno diminuisce sensibilmente dopo aver superato i 15 anni di vita. A questo punto va altresì aggiunto che il fogliame del melograno si presenta lucido e di tipo lanceolato. Per quanto riguarda invece i fiori va detto che sono molto attraenti e della tonalità scarlatta, bianca o variegata. Inoltre possono essere solitari o raggruppati in due e tre alle estremità dei rami. A margine è dato sapere che il melograno è soggetto all’impollinazione degli insetti, mentre quella generata dal vento è del tutto insignificante.
Dove si può coltivare il melograno
Il melograno produce un frutto quasi del tutto rotondo e largo da 5 a 10 centimetri, ed è corredato alla base di un prominente calice. La pelle dura o coriacea è in genere gialla sovrapposta ad un rosa chiaro talvolta anche della tonalità rosso intenso. L’interno è invece separato da pareti membranose e tessuto bianco spugnoso e amaro, con una serie di scomparti in cui sono adagiate delle sacche piene di polpa dolcemente acidule, succose e di colore rosso, rosa o biancastro. Premesso ciò, il melograno può crescere in pieno sole dopo soltanto un anno dalla semina, anche se in genere per una fruttificazione abbondante bisogna aspettare un biennio ed oltre. In condizioni adeguate, il frutto in genere tende a maturare dai 5 ai 7 mesi dopo la fioritura. I melograni dovrebbero essere collocati nella parte più soleggiata e calda del cortile o del frutteto, anche se cresceranno e fioriranno bene in condizioni di ombra parziale. Il bel fogliame, i fiori e i frutti del melograno così come le sue dimensioni ridotte, lo rendono un’ottima pianta da abbellimento che dunque si può coltivare senza problemi in un contesto verdeggiante domestico in quanto lo rende di rara bellezza.
Il clima ideale per il melograno
I melograni preferiscono un clima semi-arido da mite temperato a subtropicale e si adattano naturalmente anche in regioni con inverni freddi ed estati calde. Un clima umido influisce invece negativamente sulla fruttificazione. L’albero infatti può essere gravemente danneggiato se le temperature sono inferiori a -11gradi. Da ciò si evince che l’albero si adatta bene alla cultura in vasi contenitori o in una serra.
Il terreno adatto per il melograno
Il melograno è adatto per essere coltivato su terreni drenati, anche se prospera bene su terricci di origine calcarea o acidi e su roccia. Tuttavia grazie proprio alla versatilità in termini di suolo, il melograno è adattabile a molti altri tipi di terreno e la maggior parte dei vivaisti ritiene che quello ideale deve essere argilloso e con un buon drenaggio. Inverni brevi, miti e con un basso quoziente di umidità servono poi ad ottimizzare la crescita di questo rigoglioso albero da frutto.
La messa a dimora del melograno
I melograni crescono naturalmente in forma di cespuglio e producono molti polloni. Questa condizione li rende quindi ideali per creare siepi o muri, ma non per la maggior parte delle altre situazioni. Premesso ciò, va altresì aggiunto che per la messa a dimora i periodi maggiormente indicati sono quelli di inizio autunno e primavera, mentre è sconsigliabile eseguire l’operazione in inverno inoltrato poiché fa troppo freddo, ed anche le piogge sono frequenti e rendono quindi il suolo eccessivamente bagnato e poco lavorabile.
L’irrigazione del melograno
Il melograno una volta che è stato messo a dimora e si è quindi stabilizzato può andare incontro ad una notevole siccità, per cui se si aspira ad una buona produzione di frutta l’irrigazione è a dir poco fondamentale. Per ottimizzare il risultato specie quando le piante sono nuove, le innaffiature dovrebbero avere una cadenza di circa 2-4 settimane durante la stagione secca. Detto ciò, va altresì aggiunto che le piante di melograno in caso di irrigazioni eccessive o irregolari dovute a errore umano, a forti piogge estive o all’alta umidità, possono incorrere in una riduzione in termini di produzione di frutta e in tanti altri problemi che se trascurati possono anche portare alla morte dell’albero.
La concimazione del melograno
Il melograno specie ad Occidente viene concimato in primavera con 56 grammi (fino a 100 grammi) di solfato di ammonio o altri fertilizzanti a base azotata. Tuttavia è importante sapere che questa tipologia di pianta risponde bene anche ad una pacciamatura annuale con letame marcio o altri tipi di compost.Testare il terreno in cui viene piantato il melograno è l’opzione giusta per scoprire quali sono i nutrienti necessari prima di aggiungere qualsiasi tipo di fertilizzante. Il modo migliore per capirlo consiste nell’acquistare un apposito kit di test disponibile nei migliori centri per il giardinaggio. A margine è altresì importante sottolineare che i melograni possono ricevere il suddetto quantitativo di fertilizzante anche verso il mese di novembre.
Principali malattie del melograno
I melograni sono relativamente liberi dalla maggior parte dei parassiti e delle conseguenti malattie. Piccoli problemi sono tuttavia rappresentati dalla presenza delle mosche bianche, dei tripidi, delle cocciniglie e di altri insetti di scala e che principalmente tendono ad attaccare il fogliame. Per quanto riguarda le malattie fungine, queste sono presenti e tendenzialmente colpiscono il melograno quando si trova nel primordiale stato di crescita. L’Alternaria è una di queste, anche se è nota come marciume nero che si manifesta come una sorta di muffa sul frutto a causa dell’eccessiva umidità ambientale o generata da troppe irrigazioni. Anche l’Aspergillus è un fungo che si propaga sotto forma di muffa e che di conseguenza provoca gli stessi danni di quello poc’anzi descritto.
La coltivazione del melograno in vaso
Per coltivare il melograno in vaso le cure sono identiche a quelle che si effettuano quando viene inserita nel terrapieno, ma con la differenza che le irrigazioni devono essere più frequenti. Il vaso inoltre deve da subito avere le dimensioni consoni alla tipologia di pianta, ed eventualmente va sostituito con il passar degli anni ossia man mano che l’apparato radicale si ingrandisce. Tra le varietà di melograno che maggiormente si adattano alla coltivazione in vaso va citata quella nana che in genere non supera il metro di altezza ed è ideale per esporla sulla terrazza o sul balcone, ma a puro scopo ornamentale vista che la fruttificazione è piuttosto limitata.
Come si pota il melograno
Il melograno è una pianta che necessita di una potatura quando raggiunge un’altezza di circa 60 centimetri. Lo scopo è di consentire lo sviluppo di 4 o 5 germogli che dovrebbero essere distribuiti uniformemente attorno allo stelo per mantenere la pianta ben bilanciata. Questi in genere iniziano a crescere a circa 1 metro da terra, dando un tronco corto ma ben definito. Tutti i germogli che compaiono sopra o sotto dovrebbero poi essere rimossi. A margine va detto che essendo i frutti predisposti a crescere solo sulle punte, la raccomandazione è di accorciare i rami ogni anno per i primi 3 in modo da incoraggiare lo sviluppo dei germogli su tutti i lati.
La raccolta del melograno
Il melograno è un frutto che può considerarsi perfettamente maturo quando sviluppa un colore ben distinto e produce una sorta di suono metallico appena toccato con le dita o con un martelletto. Premesso ciò, va altresì aggiunto che i frutti devono essere raccolti prima della maturazione finale poiché tendono a spaccarsi in particolare quando piove. Inoltre migliorano in deposito, diventando più succosi e ancora più saporiti. A margine va detto che il melograno può essere consumato tagliandolo più volte in verticale e poi spezzandolo. In questo modo i grappoli di sacche vengono sollevate agevolmente. I frutti di melograno generalmente si consumano come succo o spremuti per fare gelatine, sorbetti o salse fredde o calde, nonché per aromatizzare torte, mele cotte, ecc. Lo sciroppo di melograno viene commercializzato come granatina ed il succo può anche essere trasformato in un delizioso vino da dessert.
Proprietà e utilizzi del melograno
Il melograno viene utilizzato sin dai tempi antichi, poiché il suo consumo è stato associato a numerosi benefici per la salute. Negli ultimi anni diversi studi hanno rivelato le sue benefiche attività fisiologiche, ed in particolare per le proprietà antiossidanti, antimicrobiche e antinfiammatorie. Inoltre, studi basati sull’uomo hanno mostrato risultati promettenti e indicato il potenziale di melograno come agente protettivo di diverse malattie. A parte l’uso commestibile del frutto ossia il 50% (40% arilli e 10% semi), il resto è tutta buccia non commestibile. Tuttavia quest’ultima è ricca di fenoli, minerali e polisaccaridi complessi, mentre gli arilli a parte l’acqua (85%) contengono zuccheri, pectina, acidi organici, flavonoidi e principalmente gli antociani. I semi contengono invece proteine, fibre grezze, vitamine, minerali, pectina, zuccheri, polifenoli, isoflavoni e l’olio che ne deriva (12-20%) che è caratterizzato da un alto contenuto di acidi grassi polinsaturi come ad esempio quello linolenico.
Curiosità del melograno
Il melograno negli ultimi anni è stato in grado di rispondere alla domanda dell’industria alimentare in cerca di antiossidanti da immettere nei cibi e possibilmente ricavati da fonti naturali. Pertanto il melograno che presenta alcune proprietà antiossidanti e antimicrobiche estremamente elevate, ha un grande potenziale per le applicazioni nei prodotti alimentari e quindi in grado di garantire la loro lunga conservazione. A margine va detto che le sostanze benefiche contenute all’interno delle succose sacche del melograno sono ideali anche per creare delle eccellenti maschere fai da te.